mercoledì 21 settembre 2011

Ci provo

Ieri 20 settembre cadeva il 141º anniversario della breccia di Porta Pia. Scadeva anche il termine per la partecipazione al premio "CITTA' DI MELEGNANO" per studi e ricerche di ambito melegnanese – Anno 2011.

Ho voluto provare: ho presentato uno smilzo libretto dal titolo Appunti melegnanesi. Per invogliarvi alla lettura, ecco l'indice dei capitoli:

1 Il Medeghino azzoppato
2 1563 o 1564?
3 Una famiglia avvelenata dai funghi
4 Medìceo o medicèo?
5 Melegnanesi illustri
6 Spigolature
6.1 Melegnano all'Inferno
6.2 Ma Meregnan vuole l'accento?
6.3 In tribunale a Lisbona
6.4 Una tipica melegnanese

Lo trovate qui.

lunedì 19 settembre 2011

Un blog interessante

Un mese fa, una persona che mi è cara ha aperto un blog molto interessante su un tema che sicuramente angoscia molti genitori: il piede torto congenito.
Se qualche mio lettore si trova con questo problema, ci dia una bella occhiata...

lunedì 8 agosto 2011

1563 o 1564? Facciamo chiarezza sulla vera data del Perdono

C'è un po' di confusione sull'anno in cui Pio IV concesse alla chiesa di San Giovanni Battista di Melegnano la famosa bolla del Perdono: per molti è il 1563, per qualcuno è il 1564. Avevo già trattato l'argomento sul Melegnanese nel lontano 1974, ma, vista l'incertezza tuttora regnante, ne riparlo sperando di fare chiarezza una volta per tutte. E per chi volesse osservare che, trattandosi di un solo anno di differenza, le cose non cambiano molto, rispondo che per uno storico l'esattezza non è una virtù: è un dovere.

L'opinione che l'anno della bolla sia il 1563 si basa sul testo stesso della celebre pergamena, in cui si legge questa data: Datum Rome apud Sanctum Petrum anno incarnationis Dominice millesimo quingentesimo sexagesimo tertio, tertiodecimo kalendas februarii, pontificatus nostri anno quinto (“Roma, presso San Pietro, il 20 gennaio dell'anno dell'incarnazione del Signore 1563, anno quinto del nostro pontificato”).

Qualcosa però non torna: se Pio IV fu eletto papa il 25 dicembre 1559, allora il 20 gennaio 1563 è nel quarto anno di pontificato e non nel quinto. Forse è un errore dell'amanuense, come quell'altro che gli viene attribuito dalla tradizione meregnanina sulla durata dell'indulgenza?

Per chiarirci le idee, cerchiamo nelle opere dello storiografo melegnanese don Cesare Amelli: vediamo che in quasi tutti i suoi scritti egli riporta la data tradizionale, spesso con la circonlocuzione “la bolla che reca la data del 20 gennaio 1563”, ineccepibile ma un po' ambigua. In almeno due casi però afferma che la vera data è l'anno 1564.

Nel fascicolo 7 dell'Enciclopedia melegnanese (che risale al 1982-3), dopo aver trascritto il testo della bolla così commenta:

La data riferita è il 20 gennaio 1563. Secondo il computo, per le bolle papali, del calendario ai tempi di Pio IV (sistema cronologico cosidetto fiorentino connotato specificatamente con la dicitura " anno Incarnationis Domini " come appunto è nella nostra bolla) con inizio dell'anno al 25 marzo, la vera data sarebbe quella del 20 gennaio 1564, che è precisamente l'anno quinto del pontificato di Pio IV.

In un altro saggio, I fondamenti storici dell’indulgenza detta “del Perdono” di Melegnano, conservato in formato elettronico nell'archivio della basilica di San Giovanni Battista (il file riporta la data del 29/1/2002), afferma in modo più deciso:

Per quanto riguarda l’anno, il computo Incarnationis Dominicae significa che, per la Santa Sede, l’anno iniziava non il 1° di gennaio, ma il 25 marzo, giorno dell’Annunciazione della maternità di Maria, cioè della concezione di Gesù. E quindi l’anno finiva il giorno 24 marzo dell’anno dopo.

Quindi, la data della bolla pontificia 20 gennaio 1563, per noi è precisamente il 20 gennaio 1564.

Essendo stato il concilio di Trento chiuso definitivamente il 4 dicembre 1563, ecco che la nostra indulgenza, essendo nella data civile nostra 1564, è stata una delle prime che il papa ha voluto concederci appena finito da un mese e mezzo il memorabile concilio.

Come si vede, qui don Amelli afferma chiaramente che la bolla fu concessa il 20 gennaio 1564 secondo il nostro calendario.

Approfondiamo la questione.

È nota”, dice il Cappelli nel suo manuale di Cronologia, “la diversità che correva nel Medio Evo tra paese e paese ed anche fra diversi in una stessa città, riguardo al principio dell'anno. Rimanendo uguale per tutti i sistemi l'indicazione dei mesi e dei giorni, la data dell'anno di uno stesso avvenimento poteva variare di una unità più o meno a seconda dello stile usato”.

Lo stile odierno, che conta gli anni a partire dal primo gennaio, era quello usato dagli antichi Romani e non fu mai del tutto abbandonato. Ma nel Medio Evo furono molto usati alcuni altri stili legati alle feste religiose cristiane.

Il più diffuso era lo stile della Natività, che faceva cominciare il nuovo anno col 25 dicembre. Anche i notai melegnanesi del Quattrocento lo usavano. Per loro, ad esempio, al 24 dicembre 1430 seguiva il 25 dicembre 1431, anticipando il nuovo anno di una settimana rispetto a noi. In altre parole, un documento del 24 dicembre 1430 era da loro datato “24 dicembre 1430”, esattamente come avremmo fatto noi; ma un documento del giorno successivo, cioè del 25 dicembre 1430, veniva datato “25 dicembre 1431”.

Altri due stili, detti dell'Incarnazione, facevano invece cominciare l'anno il 25 marzo, festa dell'Annunciazione di Maria, cioè giorno del concepimento di Gesù. I due stili differivano tra loro esattamente di un anno: quello pisano anticipava di oltre nove mesi, quello fiorentino invece ritardava di quasi tre mesi.

In pratica, per chi usava lo stile dell'Incarnazione al modo fiorentino i giorni dal primo gennaio al 24 marzo continuavano a essere contati come appartenenti all'anno precedente. Un documento datato con questo stile segna un anno in meno rispetto a noi dal primo gennaio al 24 marzo, mentre concorda con noi per il resto dell'anno. Per il modo pisano succedeva l'inverso.

Orbene, è assodato che all'epoca di Pio IV la curia romana datava i brevi con lo stile della Natività, ma per le bolle usava lo stile dell'Incarnazione al modo fiorentino. Questo vuol dire che i documenti emanati lo stesso giorno dalla curia potevano riportare una data diversa, per quanto riguardava il numero dell'anno, a seconda che fossero bolle o brevi. A noi può sembrare strano, ma per loro era una consuetudine secolare.

In conclusione non c'è dubbio che la vera data della bolla del Perdono sia il 20 gennaio 1564.


Bibliografia:

Cesare AMELLI, Enciclopedia melegnanese, fasc. 7: “Perdono – Testo della bolla – Festa e fiera”. Melegnano [1982?].

Cesare AMELLI, I fondamenti storici dell’indulgenza detta “del Perdono” di Melegnano. [2002?].

Luigi BARDELLI, “Una nuova ipotesi sulla data del Perdono”, in Il Melegnanese, VII (1974), n. 7 (1° aprile).

Adriano CAPPELLI, Cronologia, cronografia e calendario perpetuo. 3. ed. aggiornata. Milano, Hoepli, 1969.